1、affermazione delle lingue nazionali e la riscoperta dei classici.,L,a cura di Matteo B., Alessio B., Giacomo B.,Il movimento, che si svilupp dalla met del XIV sec. allinizio del XVI e si caratterizz per la riscoperta dei classici latini (e greci), con la conseguente riaffermazione dei valori etico-c
2、ulturali del mondo antico, prender il nome di “umanesimo”. Il termine deriva dallespressione “studia humanitatis“, che indica la formazione delluomo colto secondo il principio educativo dello sviluppo della persona nella complessit dei suoi aspetti attraverso lo studio della letteratura e della filo
3、sofia.,Lentusiasmo con cui Poggio Bracciolini, segretario pontificio al concilio di Costanza (1414-1418), racconta in una lettera del 15 dicembre 1416 ad un amico, del ritrovamento, presso labbazia benedettina di San Gallo, dell Institutio Oratoria di Quintiliano, testimonia la passione che, sulla v
4、ia aperta da Petrarca e Boccaccio, animava lamore per i classici e la ricerca dei testi antichi.,Ritratto di Quintiliano Miniatura, XV sec.Reg.lat. 1881, f.2v, B.A.V.,Citt del Vaticano,Fortuna quaedam fuit cum sua tum maxime nostra, ut quum essemus Constantiae ociosi, cupido incesseret vivendi eius
5、loci, quo ille reclusus tenebatur. Est autem monasterium Sancti Galli prope urbem hanc milibus passuum xx. Itaque nonnulla animi laxandi et simul perquirendorum librorum, quorum magnus numerus esse dicebatur, gratia eo perreximus. Ibi, inter confertissimam librorum copiam, quos longum esset recenser
6、e, Quintilianum comperimus adhuc salvum et incolumem, plenum tamen situ et polvere squalentem. Erant enim non in biblioteca libri illi, ut eorum dignitas postulabat, sed in teterrimo quodam et obscuro carcere, fundo scilicet unius turris, quo ne capitalis quidem rei damnati retruderentur. Atqui ego
7、pro certo existimo, si essent qui haec barbarorum ergastula, quibus hos detinent viros, rimarentur, ac recognoscerent amore maiorum, similem fortunam experturos in multis de quibus iam est conclamatum. Reperimus praeterea libros tres primos, et dimidiam quarti C. Valerii Flacci Argonauticon, et expo
8、sitiones tamquam thema quoddam super octo Ciceronis orationibus Q. Ascondi Pediani eloquentissimi viri, de quibus ipse meminit Quintilianus. Haec mea manu transcripsi, et quidem velociter, ut ea mitterem ad Leonardum Aretinum, et Nicolaum Florentinum; qui cum a me huius thesauri adinventionem cognov
9、issent, multis a me verbis Quintilianum per suas litteras quam primum ad eos mitti contenderunt.,Un caso fortunato per lui, e soprattutto per noi, volle che, mentre ero ozioso a Costanza, mi venisse il desiderio di andare a visitare il luogo dove egli era tenuto recluso. V infatti, vicino a quella c
10、itt il monastero di San Gallo, a circa venti miglia. Perci ci recammo la per distrarci, e insieme per vedere i libri di cui si diceva vi fosse un gran numero. Ivi, in mezzo ad una gran massa di codici che sarebbe lungo enumerare, abbiamo trovato Quintiliano ancora salvo ed incolume, ancorch tutto pi
11、eno di muffa e di polvere. Quei libri infatti non stanno nella biblioteca, come richiedeva la loro dignit, ma quasi in un tristissimo ed oscuro carcere, nel fondo di una torre, in cui non ci caccerebbero neppure dei condannati a morte. Ed io son certo che chi per amore dei padri andasse esplorando c
12、on cura gli ergastoli in cui questi grandi sono chiusi, troverebbe che una sorte uguale capitata a molti dei quali ormai si dispera. Trovammo inoltre i tre primi libri e met del quarto delle Argonautiche di Caio Valerio Flacco, ed i commenti ad otto orazioni di Cicerone, di Quinto Ascanio Pediano, u
13、omo eloquentissimo, opera ricordata dallo stesso Quintiliano. Questi libri ho compiuto io stesso, ed anche in fretta, per mandarli a Leonardo Bruni e a Niccol Niccoli, che avendo saputo da me la scoperta di questo tesoro, insistentemente mi sollecitarono per lettera a mandar loro al pi presto Quinti
14、liano.,Il fervore che spinge gli uomini di cultura dellepoca a scandagliare biblioteche e monasteri di tutta Europa, per scovarvi i pi reconditi testi antichi, porta alla luce innumerevoli opere di grande importanza, come il De rerum natura di Lucrezio.,Frammento del IX secolo.,Il fervore che spinge
15、 gli uomini di cultura dellepoca a scandagliare biblioteche e monasteri di tutta Europa, per scovarvi i pi reconditi testi antichi, porta alla luce innumerevoli opere di grande importanza, come il De rerum natura di Lucrezio.,Frammento del IX secolo.,Il fervore che spinge gli uomini di cultura delle
16、poca a scandagliare biblioteche e monasteri di tutta Europa, per scovarvi i pi reconditi testi antichi, porta alla luce innumerevoli opere di grande importanza, come il De rerum natura di Lucrezio.,Frammento del IX secolo.,Tuttavia la riscoperta dei testi classici non si limita ad un ampliamento qua
17、ntitativo, ma implica soprattutto un cambiamento qualitativo dellinterpretazione. Gli uomini dei secoli precedenti (quellet che gli umanisti percepirono come “media”, ossia frapposta tra lo splendore degli antichi e la loro riscoperta) non trascurarono affatto il patrimonio dellantichit anzi, si pre
18、murarono di assicurarne la conservazione. Tuttavia si prodigarono a trasmettere le opere degli antichi, per assimilarne il valore nella visione cristiana.,Le Tragedie di Seneca (XV sec.) .,Le Notti attiche di Aulo Gellio (XV sec.),La Storia Naturale di Plinio (XIV sec.),La Guerra gallica e la Guerra
19、 civile di Giulio Cesare (XV sec.),Dante nutre la massima ammirazione per Virgilio, lo assume come guida nel suo viaggio ultraterreno, in quanto “il savio gentil che tutto seppe”, rendendolo figura allegorica della Ragione umana, ossia assegnandogli un significato che valica il limite della sua esis
20、tenza storica attribuendogli un valore attuale. Si ignora, insomma, quel distacco temporale dallantichit che, invece, gli umanisti cominciarono a percepire e dal quale avr origine un approccio diverso alle opere degli antichi.,Opere di Caio Sallustio Crispo (VX sec.),Il Cristianesimo aveva valorizza
21、to la dignit umana riconoscendo in Cristo Dio fatto uomo, tuttavia quando la visione cristiana raggiunge lapice del teocentrismo, luomo avverte il bisogno di riscoprirsi e di porsi di nuovo al centro (antropocentrismo). Gli umanisti incontrano nei classici latini e greci (rimasti ignoti al Medioevo)
22、 i compagni ideali nella riscoperta dei valori umani. Di qui la febbrile ricerca dei testi rimasti esclusi dai canoni tradizionali di letteratura, di qui lesigenza di ampliare il raggio delle voci udibili, di qui la necessit di interpretare il testo antico nella consapevolezza della sua distanza cro
23、nologica e di restituirgli la purezza e la correttezza originaria: nasce la filologia.,Copia di unopera aristotelica posseduta dal Boccaccio,Il culto umanistico dei classici e la volont di recuperare lautentico messaggio dellantichit si traducono, a livello linguistico, in un nuovo predominio del la
24、tino. Se let comunale aveva segnato il trionfo del volgare, il primo Quattrocento riporta in auge il latino. Gli umanisti scrivono esclusivamente in latino, perseguendo la purezza originaria della lingua. Modello per eccellenza della loro prosa resta Cicerone, le cui opere non solo esaltano i valori
25、 dellhumanitas , ma presentano quello stile armonioso ed elegante tanto ambito.,Il trionfo del latino relega il volgare agli usi pratici della comunicazione quotidiana, degli atti pubblici, delle cancellerie, ma non per molto. Mantenuta viva nelle tradizioni popolari, come ad esempio le sacre rappre
26、sentazioni e i cantari cavallereschi, la “volgar lingua” si prepara a riemergere e ad affermarsi definitivamente come lingua di cultura dalla met del Quattrocento . Il volgare comincia a riconoscere come propri classici i grandi del Trecento, Dante , Petrarca e Boccaccio.,La dinamica del rapporto tr
27、a il latino e il volgare non finisce qui anzi, prende inizio un processo molto fecondo di reciproca influenza. La letteratura volgare, ripartita con nuovo slancio, matura il proprio sviluppo con gli esiti originali e di grande valore che conosciamo, senza perdere la consapevolezza di un confronto sempre attivo con la tradizione.,